Da Chiesa e Comune un ‘Campo’ di libertà per i ragazzi autistici in Romagna

Aprile 1, 2020 2 Di admin

RIMINI

Restare chiusi in casa è difficile. Ancor più per i ragazzi con autismo, caratterizzati spesso da iperattività e per i quali vedersi privati della vita di scuola, degli appuntamenti di socialità legati anche alla terapia rappresenta una sofferenza il più delle volte impossibile da alleviare. Questa nuova moda-lità di vita rappresenta per loro una costrizione che può portare a regressioni o sfociare in atteggiamenti complessi da gestire per le famiglie. Come agire? Perché non rintracciare degli spazi che, con le dovute misure di cautela e seguendo le direttive igienico-sanitarie, possano garantire qualche momento di serenità in totale sicurezza ai ragazzi e alle famiglie?

L’idea ha preso corpo a Rimini, dove si è tradotta nel progetto “Spazi sicuri all’aperto”, messo a punto dal Comune insieme all’Unità operativa di Neuropsichiatria infantile dell’ospedale. Il luogo scelto è stato il campo Don Pippo, a Covignano di Rimini, una struttura della Chiesa riminese a servizio della parrocchia San Gaudenzo, della zona pastorale e della città. «La proposta è stata condivisa sin da subito da prefetto e questore che ringrazio, così come ringrazio le forze dell’ordine per aver compreso questa necessità per la salute psicofisica di soggetti particolarmente fragili. – spiega il vicesindaco

di Rimini, Gloria Lisi – Crediamo sia una piccola forma di aiuto per mamme e papà che vivono con doppia sofferenza questo periodo». Don Aldo Amati, parroco di San Gaudenzo e responsabile del Campo, ha immediatamente abbracciato la proposta degli “Spazi Aperti”. «Sappiamo di una presenza importante di bambini e ragazzi autistici nel nostro territorio – spiega –. Alcuni sono fragili, altri più agitati, tutti comunque difficili da accudire solo con le parole. In queste settimane faticano a vivere reclusi tra le mura domestiche. I collaboratori hanno subito verificato che il Campo fosse in ordine e consegnato la chiave all’Ausl: medici, educatori e bambini possono usufruirne quando e come vogliono». Venerdì il primo ospite è entrato nel Campo: «È la prima volta che lo vedo sorridere da quattro settimane», ha commentato emozionato il padre che lo accompagnava. Ora, anche quando tutto è fermo causa coronavirus, il Campo don Pippo vive. Si tratta della prima esperienza di questo tipo nella Regione Emilia- Romagna; la vicepresidente della Regione Elly Schlein potrebbe riproporre il progetto pilota anche in altri territori. (P.Guid.)

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(Avvenire, 31.3.2020. pag. 10)